giovedì 1 maggio 2008

Un’esperienza………...... indimenticabile


Un appuntamento assolutamente da non perdere era quello con la Maratona di Berlino del 30 settembre 1990 dopo gli ultimi sviluppi politici e la caduta del “Muro”. Era un’occasione unica per guardare la nuova realtà tedesca e correre la maratona che per la prima volta si snodava per tutta la città, senza distinzioni tra Ovest ed Est. Mai avrei immaginato di provare tanta commozione e soddisfazione nel partecipare a questa esperienza internazionale che si annunciava come evento storico con oltre 25.000 partecipanti sotto lo striscione di partenza. Quella avventura era cominciata la mattina di venerdì 28 settembre; consapevole di quella realtà mi misi in viaggio con altri tre compagni della mia stessa società sportiva, in camper da S.G.in Persiceto. La voglia di raggiungere il “Centro Maratona” presso l’Europa-Center, in Berlino Ovest, era tanta che ho guidato per ben 15 ore fermandomi solo per i rifornimenti di benzina, il pranzo, la cena e un meritato riposo, dopo la mezzanotte ed oltrepassata la zona di confine dall’Austria alla Germana dell’Est. Al mattino presto si riprendeva il viaggio verso la “Fukturm” la Torre Radiotelevisiva (di 125 metri d’altezza) che dominava i padiglioni del “Centro-Marathon” di Berlino Ovest. Raggiunta la meta (10.30 circa) e sistemato il camper nell’adiacente parcheggio. Al successivo ritiro dei pettorali di gara, con i miei compagni di viaggio, la giornata trascorreva allegramente e si concludeva in camper con la classica cena a base di spaghetti. Si andava a dormire presto, stanchi del viaggio ma forti nello spirito, e poter dire l’indomani: “Ich bin anch in Berliner"...Anch’io sono a Berlino. 29 settembre 1990 mi son svegliato e…ho in mente te. Iniziava così una famosa canzone scritta da Mogol–Battisti e cantata dal complesso degli “Équipe 84”; ma nella mia mente c’era solo la maratona e quindi per me cominciava la festa. La mattina purtroppo non è favorevole, cielo coperto e una pioggerellina persistente scende dal cielo. Lasciato il camper e preso, la metropolitana, con altri maratoneti che affollavano a quella ora abbastanza inconsueta le vie della città, si arrivava nel piazzale antistante la partenza “Ernst-Reuter-platz”. Il luogo era completamente popolato da una massa vociante di podisti, provenienti da tutto il mondo...uomini e donne d’ogni razza e religione senza distinzione fra gruppi etnici e ideologie politiche accomunati solo da una passione quella dei 42,195 chilometri. L’imponente organizzazione tedesca, intorno ad un evento così importante che coinvolgeva un consistente numero di partecipanti, aveva previsto tutto o quasi anche nei minimi dettagli…interminabili cabine – toilette a perdita d’occhio, una fila interminabile di T.I.R. trasformati in guardaroba, transenne ed addetti ovunque che indirizzavano gli atleti alle proprie griglie di partenza. Intanto l’ambiente che mi circondava diventava sempre più elettrizzante e nell’aria si cominciava a sentire l’acre odore delle creme e dell’olio canforato che meticolosamente gli atleti si spargevano sui muscoli. C’era da rimanere incantati nel vedere tanto folclore in mezzo ad una continua babele di lingue di maratoneti multicolori che effettuavano stretching ed allunghi, chi consegnava le borse, insomma la frenesia della gara era quasi palpabile. Entrato nella zona stabilita dall'organizzazione ed effettuata la punzonatura, il sottoscritto era pronto…per la partenza! L’emozione e la tensione mi danno un’ulteriore carica d’adrenalina a tal punto che fatico a tenere a freno le gambe, mentre migliaia di palloncini salgono al cielo, lo “Sparo” dal via a questa avventura. Ci avviamo verso il lungo e largo viale Striasse des 17 Juni, e non mi sembra ancora vero di correre in questa così maestosa festa dello sport in onore della riunificazione. In qualche modo nella veste di semplice podista entro a far parte della storia…perché per la prima volta si corre, da Ovest verso Est con una maratona. Berlino è sommersa da un’incredibile massa colorata di podisti venuti a testimoniare quel momento particolare non solo per il popolo tedesco, ma per tutta l’Europa, un evento che segna, alla distanza di 45 anni, la fine reale della seconda guerra mondiale. Attraversato di corsa la famosa Porta di Brandeburgo, si passava nei presidi un’ex postazione di controllo al ”Muro” dalla quale le guardie sparavano ai fuggiaschi della Berlino Est a sua volta trasformata in un monumento alle vittime del fascismo dove accanto al Rechstang c'erano ancora le croci in memoria degli uccisi. Non mi vergogno ad affermare che a tale visione rimasi fortemente commosso. Si correva prevalentemente in un percorso transennato tra una folla festante, assordante, calorosa in un continuo cambiamento coreografico ogni qual volta si transitava fra i tanti quartieri tappezzati da striscioni e palloncini colorati, incontravi anche orchestrine inneggianti musica pop o classica. L’evento sportivo passava in secondo piano i protagonisti erano i berlinesi che esternavano la loro gioia per la riunificazione. Continuando la mia corsa in Berlino Est non si notava alcun negozio traboccante di ricchezza, o vetrine colorate ed illuminate a festa, per le strade poche macchine e tutte uguali (la famosa Trabbat). Inoltre la cosa che mi affascinava di più era che ad “Est”, sembrava di essere in un altro mondo…un mondo in bianco e nero dove tutto era fermo agli anni quaranta, prima della guerra, tra monumenti storici, immensi palazzi ricostruiti nello stesso stile e con ancora innumerevoli cantieri aperti. Del resto bisogna ricordare che prima della caduta del muro, Berlino Ovest ha rappresentato quel che era a lungo proibito di là dal muro. Quante persone lungo il tragitto con improvvisati oggetti (fischietti, tegami, barattoli, campanacci, ecc. ) richiamavano l’attenzione rumoreggiando e incitando i maratoneti a tal punto che alimentato da tale atmosfera raggiunsi il traguardo quasi senza essermene reso conto e con un discreto risultato cronometrico. Avuta la meritata medaglia, mentre mi appresto ad effettuare una doccia calda in una delle innumerevoli tende allestite in pieno centro della Berlino Ovest, ho avuto il dubbio che i padroni di casa fossero un po’ imbarazzati da quel abbraccio di libertà improvvisa ed inaspettata. Da lì a pochi giorni precisamente il 3 ottobre 1990 ufficialmente avrebbero proclamato la riunificazione della Germania un altro passo decisivo verso il loro futuro. A distanza di 10 anni, mentre mi appresto a concludere questo mio scritto penso come allora che prima, di assistere ad una vera riunificazione del Germania, le due realtà geografiche dovranno superare lo shock culturale che non hanno ancora assorbito.