venerdì 1 febbraio 2008

QUEL GIORNO C’ERO ANCH’IO……IN MEZZO A TANTI CAMPIONI




Erano i favolosi anni ‘60 e per tutta Europa imperversava la “BEATLESMANIA ”, per la Maggior parte degli adolescenti di allora e anch’io ero un "Fans" delle loro canzoni (conservo ancora gelosamente i 45 giri e LP in vinile). Il mio desiderio di poter un giorno attraversare lo stretto della Manica ed approdare nella terra dei Beatles...si avverrò il 21 aprile del 1991 con l’occasione di partecipare in Inghilterra, alla coppa del Mondo di Maratona. Presenti i più forti maratoneti di tutti i tempi con la nostra squadra Italiana maschile composta dai seguenti atleti: Bordin, Bettiol, Gozzano e Faustino; quella Femminile schierava Scaunich, Fogli, Bizioli e Villani. La gara si annunciava come l’evento più importante della stagione con ben trenta squadre partecipanti da tutto il mondo; tra loro, quella Sovietica, Inglese, Tedesca, Francese, Polacca e Portoghese. Decido di intraprendere il viaggio in camper con altri tre compagni della mia stessa società sportiva. La scelta è di quelle che non si possono sbagliare, mi seguono in quest’avventura Luciano Cocchi, G.Camillo Trapella e Graziano Minghini. Giovedì 18 Aprile 1991 siamo al fatidico giorno della partenza, un’intensa ed inattesa perturbazione porta un’ondata di freddo in tutta Europa tant’è che di prima mattina nevica abbondantemente, ma non ci spaventa e carichiamo sul Camper tutto l’occorrente (anche le catene da neve) e partiamo verso Milano. Per nostra fortuna strada facendo la neve si trasforma in pioggia. Cartina alla mano, la strada da percorrere è tanta, ma questo non mi preoccupava più di tanto, specialmente, se guido in buona compagnia. Agevolato dal fatto di viaggiare con un Camper si era pensato ad un itinerario che ci aveva permesso d’attraversare sei Stati: SVIZZERA, GERMANIA, FRANCIA, LUXEMBURGO, BELGIO, INGHILTERRA. Quel giorno ho guidato instancabilmente per parecchie ore fermandomi solo lo stretto necessario per i rifornimenti di carburante. Alle ore 23.00, ci fermiamo a dormire in un parcheggio nei pressi di METZ. Venerdì 19 aprile secondo giorno di viaggio, sì riparte…la strada è ancora tanta ma la voglia di arrivare ancora di più. Sono precisamente le ore 16.30, quando entriamo nel Francia del Nord a “CALAIS”. Raggiungiamo il porto di collegamento tra il continente e l’Inghilterra. Effettuiamo l’imbarco e sistemiamo il camper nella pancia del traghetto. Alle ore 17.30 la nave prende il largo per l’attraversamento dello stretto della Manica (Calais-Dover) forti nello spirito d’avventura affrontavamo quel estenuante viaggio con il mare a “forza otto”, per raggiungere la nostra meta prefissata. Londra! Occorre circa un’ora e mezza prima di vedere le famose bianche scogliere di Dover e raggiungere il Porto. Sbarchiamo finalmente in Inghilterra, famosa per la sua storia ed in particolare per la collaudata democrazia. Usciti con il Camper dopo il controllo doganale senza problemi, prendo l’autostrada in direzione di Bridge-London….Guido in mezzo ad un incredibile traffico e quasi non mi accorgo della differenza dovuta all’opposto senso di marcia (qui si circola a sinistra! ). Arrivo nel centro di Londra di notte agevolato così nel compito di trovare un luogo tranquillo dove parcheggiare il Camper. E’ oltrepassata la mezzanotte, quando sostiamo in prossimità di “REGENT-PARK”. Sistemato il camper per la notte, stanchi ma consapevoli di aver raggiunto la nostra meta ci corichiamo per un meritato riposo. Sono trascorse circa sette ore di riposo e poco più di quarantaquattro dalla nostra partenza che ci portiamo a correre in quel meraviglioso ed immenso parco, in pieno centro londinese. Successivamente deciso di lasciare fermo il camper, ci spostiamo a bordo di uno dei caratteristici Taxi Londinesi per recarci al Centro Maratona situato nei pressi del parco di “Westminster Bridge”. Sono le ore 10.30, quando entriamo in un’immensa tendopoli e mentre visitiamo i vari padiglioni d’articoli sportivi e souvenir, ritiriamo il “Pacco-Gara” con i nostri pettorali. La giornata si concludeva allegramente in camper, tra i preparativi per il giorno successivo ed un abbondante pasto di carboidrati (1 Kg. di spaghetti). Ore7.00: fatidica mattina del 21 Aprile 1991, prendiamo uno dei tanti autobus dell’organizzazione per arrivare nel quartiere “GREENWICH “. L’immenso parco è già preso d’assalto da migliaia d’atleti, provenienti da tutte le parti del mondo (40.000 su 80.000 richieste). Gli Italiani presenti erano 273! Sul luogo della partenza l’organizzazione aveva predisposto tutto. Effettuato le immancabili istantanee di rito sotto lo striscione della partenza, potete immaginare l’emozione nell’incontrare, niente meno che lui: il protagonista in assoluto di quella maratona! Gelindo Bordin….Da alcuni giorni, le testate dei più autorevoli giornali del mondo, scrivevano che si trattava dell’avvenimento Sportivo più atteso dell’anno... e la squadra Italiana era tra le favorite e non sarebbe stata una sorpresa se avesse vinto...Con tutte quelle premesse! Non mi sembrava vero di poter stringere la mano e salutare un personaggio così rappresentativo per il Podismo Italiano. Affascinante l’attimo che precedeva il fatidico “VIA”...Sopra di noi volteggiavano lenti, due maestosi elicotteri, quasi in atteggiamento protettivo. Alle ore 9.30: un colpo di Cannone dal via alla “LONDON MARATHON”….Era finalmente arrivato il momento di scaricare tutta la tensione accumulata nell’estenuante attesa e così l’imponente fiumana di gente scalpitante cominciò a muoversi. Subito è chiara la difficoltà a muoversi in mezzo ad un percorso transennato e stretto che non agevola per niente il flusso dei maratoneti. Ad ogni incrocio sbarramenti e poliziotti controllavano il flusso automobilistico. Ogni qual volta si attraversava un quartiere segnalato da striscioni e palloncini, un folto pubblico assiepato lungo la strada e accompagnato da orchestrine improvvisate incitavano gli atleti cantando le vecchie e intramontabili canzoni dei Beatles. Tra i numerosi partecipanti devo procedere a zigzag per parecchi chilometri prima di trovare il giusto ritmo e mentre continuo nella mia corsa e passo dopo passo, vedo scorrere davanti a me, la metropoli dell’Industria, della Finanza e della Cultura. Ora sono al “Greenwich - Village” poi sul famoso ponte “Tower Bridge”, arrivo nell’immenso viale “The Mall” e al “Buckingam Palace”, eccomi davanti al “Westminster” con il suo immenso palazzo “Houses of Parliament” a fianco della torre, emblema della città “Clock Tower”, con il suo “Big-Ben”. Finalmente concludo la mia maratona in 2h53’59”.
Ricevuta la meritata medaglia, stanco ma appagato, in questa gara che rimane sempre una bella esperienza umile, com’è umana la fatica e la gioia di finirla. La notizia del ritiro di Gelindo Bordin (al 28 Km.) e della simpatica Emma Scaunich (al 21 Km.) mi rattrista un po’, ma anche i “Campioni”, sono fatti di carne e ossa e non sono invincibili. In un modo rocambolesco riesco a riavere la mia sacca e non trovo purtroppo, docce calde e lettini per i massaggi. Senz’altro è l’unica nota dolente indirizzata all’organizzazione, forse 40.000 partecipanti creano più problemi di quanto si può immaginare in una città come Londra. A distanza di anni, ancora oggi penso la forza che ha lo sport, nel fare superare tanti pregiudizi. Muoversi in piena libertà come abbiamo fatto noi a quel tempo e maggiormente oggi con l’Unione Europea, acquista il significato di un messaggio di pace fra tutti i popoli, poiché attraversavamo i vari stati senza accorgerci che esistevano Frontiere. Voglio affermare che questo viaggio insieme ai miei compagni mi ha dato la possibilità di sentire ancora di più quel senso d’amicizia che c’è tra noi “Podisti”. Ah! Quasi dimenticavo, ora posso tranquillamente affermare quel giorno a Londra”C’ero anch’ io in mezzo a tanti Campioni!”