martedì 1 aprile 2008

LE MIE PRIME SCARPE…………..DA PODISTA

“C’era una volta un paio di scarpe da ginnastica”…Potrebbe iniziare così questa storia, ma andiamo per ordine. Prima di praticare la corsa su strada a livello amatoriale ed agonistico nel 1987, come tanti altri ho praticato altre discipline sportive...senza trovare alcuna soddisfazione da indurmi a continuare in quella attività intrapresa. La mia prima esperienza in una corsa podistica risale al 1976…Tale opportunità di partecipare ad una gara la devo ad una mia provocazione lanciata nei confronti di alcuni amici, incalliti corridori, che si cimentavano nelle varie Camminate domenicali. Li conoscevo molto bene perché frequentavamo il Bar di “Bertoldo e Bertoldino”. A quel tempo li provocavo continuamente, perché sostenevo di poter correre in mezzo a loro senza sfigurare e senza un minimo d’allenamento, tanto che li chiamavo “Tapascioni da strapazzo”! In quel locale frequentato da molti podisti usava spesso darsi dei soprannomi e quelli che avevo sfidato, sicuramente avevano appellativi che brillavano più di tanti altri per originalità. C’era Sergio Savioli, detto il “FANTASMA”. Chiamato così per le sue sporadiche apparizioni nelle corse podistiche, si presentava sotto lo striscione della partenza e al termine della gara tornava a far perdere le sue tracce fino ad una nuova apparizione. Angelo Bertoncelli era chiamato semplicemente “COMPLIMENTI”. Per la sua abitudine di controllare le migliori prestazioni cronometriche degli amici podisti del Bar, durante la gara podistica per andare personalmente a stringergli la mano ed elargire i suoi…Complimenti. C’era Broccoli Giovanni un variegato personaggio con diversi appellativi: “Bestiaccia, Delfino, Biondo, Nadraccio e ricordo bene che ogni suo ingresso nel locale metteva in ansia e agitazione il proprietario...potete immaginare l’elemento! Deciso giorno e luogo della sfida (domenica 26 settembre), si trattava della “Camminata delle sette Case”, una corsa di 16 chilometri non competitiva organizzata nell’ambito della Fiera d’Autunno di San Giovanni in Persiceto. Una Manifestazione consolidata nel tempo, sia per i numerosi appassionati provenienti dalla nostra Provincia e zone limitrofe, sia per i bellissimi premi messi in palio. La sfida consisteva nel riuscire a terminare il percorso entro un’ora e mezza. Un tempo abbastanza “STRINGATO” per me, che non avevo mai corso in una gara. Per l’occasione acquistai un paio di scarpe bianche e blu da ginnastica, prese al mercato. Devo ammettere di essere stato un po’ spaccone a lanciare quella scommessa, in ogni caso ero convinto di riuscire nell’impresa. Ricordo ancora come oggi, quella mia concitata ed emozionante partenza in mezzo a migliaia di appassionati podisti, tra questi molti amici frequentatori del Bar e gli immancabili sfidanti. Dopo i primi 500 metri, i tre personaggi…il Fantasma, Complimenti e il Nadraccio, con un ghigno disegnato in viso mi salutarono con la solita frase di rito ”Ci vediamo all’arrivo. Se ce la Fai”. Allungarono il passo e piano, piano li vidi scomparire dal mio orizzonte. La gara dal caratteristico percorso attraversava campi coltivati, fra i filari d’alberi da frutto di alcune tenute di campagna (appunto sette case), in una zona d’interesse naturalistico. Quella Camminata per me fu una vera corsa al massacro. Il punto più faticoso del percorso era dal 5° al 13° chilometro, perché la strada era completamente sterrata e non c’era cosa più traumatica che correre in un terreno sconnesso, con buche e la costante paura di…Cadere e farsi male. Ero talmente concentrato a sopportare la mia sofferenza fisica da non accorgermi nemmeno di avere una scarpa slacciata, fino a, quando, dopo aver calpestato il laccio sciolto, mi sono ritrovato a gambe all’aria. Rialzatomi per fortuna senza danni riprendevo la corsa, ma poco dopo con la lingua di fuori ero di nuovo costretto a fermarmi per riprendere fiato. Tutto questo per colpa della frettolosa colazione del mattino con caffè e brioche (forse…non digerita) e per mancanza d’allenamento. Ho continuato così ad un’andatura lenta ma costante, perché il solo pensiero di dovermi ritirare e preso in giro dagli amici del Bar, mi dava la forza di stringere i denti e continuare…Un altro momento critico da superare era dover correre dallo sterrato al duro asfalto e credetemi non c’è cosa più traumatica nel fare quel passaggio per uno che non ha mai corso. La stanchezza intanto cominciava a farsi sentire, ma ormai ero all'ultimo chilometro e in lontananza si sentiva già la voce dello speaker e il rumoroso vociare del pubblico. Ancora poche centinaia di metri e finalmente il mitico striscione del traguardo, chiudo in 1h26’40. All’arrivo mi aspettava, il Nadraccio, stranamente il Fantasma e la rituale stretta di mano di…“Complimenti”. Uscito a testa alta da quella scommessa, senza sapere se un giorno o l’altro sarei tornato a correre, ero sfinito e dolorante. Quello che ho passato nei giorni successivi non l'auguro a nessuno, ho sofferto le pene d’inferno per due settimane con il mal di gambe e le vesciche ai piedi. In seguito mi consigliarono di buttare via quelle scarpe (anche se nuove), perché non adatte alla corsa su strada. Comunque non mi andava di gettarle, perché mi avevano accompagnato in quella prima esperienza podistica. Con il tempo dimenticai quella avventura e soltanto dopo undici anni, incontrai un altro scapestrato appassionato di quest’umile e faticoso sport che mi convinse, ad intraprendere di nuovo la via della corsa su strada, con la differenza che non smisi più di correre! Ancora oggi conservo quelle mie prime scarpe, gelosamente appese ad un chiodo tra i vari trofei, coppe e medaglie nel mio unico angolo concesso da mia moglie (il garage).

Gruppo amici e Podisti del Bar "Bertoldo e Bertoldino"
... dopo pochi chilometri trovo gli amici Mondo e
Andrea Montanari
..ancora insieme a Mondo e Andrea Montanari
al decimo chilometro!
... ormai sono rimasto solo, ma mancano
tre chilometri al traguardo!