sabato 1 marzo 2008

LA CORSA PIU’ BELLA………………… AL MONDO

Parlare di Maratone e Ultramaratone è un argomento che mi affascina, da sempre. Il perché è insito nella lunga distanza che accomuna nella fatica uomini e donne d’ogni razza e religione senza distinzione fra gruppi etnici, e ideologie politiche. E pensare che all’inizio si comincia a correre o come si preferisce chiamare “Footing” o “Running”(vocaboli inglesi di voga), stimolati da un amico com’è successo anche a me, oppure per restare in forma e smaltire qualche“Chilo”in più. Poi timidamente si comincia a partecipare alle varie camminate Domenicali di 5–10-15 Km; nella nostra Provincia o Regione. Successivamente con il passare degli anni, correre una mezzamaratona (21,097) o la classica maratona (42,195 Km) non ti spaventa più, anzi ti affascina e i chilometri diventano un richiamo al quale non si può rinunciare. Un giorno poi…Maturi l’idea d’intraprendere un evento straordinario…Correre nella famosa “100 Km.del Passatore”. Il panorama delle 100 Km. è molto ampio, ma quella del Passatore vale 10/100 volte di più. Un’ultramaratona famosa per il suo incantevole e suggestivo percorso, che da Firenze porta a Faenza attraverso l’Appennino. Correre in quest’avventura vuol dire raccogliere la sfida contro se stessi per un’impresa non impossibile. In questa gara così impegnativa l’obiettivo è cercare di non calare mai il ritmo della corsa. Se ti sei preparato con coscienza e razionalità chiunque può farcela. Ho iniziato così alcuni mesi prima ad allenarmi seriamente…Fino al fatidico giorno della gara. Finalmente è arrivato il gran appuntamento e mi ritrovo catapultato in un’atmosfera quasi irreale, in un’affollatissima Piazza della Signoria di Firenze, sabato 28 maggio 1988 alle ore 14.00 circa; in mezzo ad un tumulto indescrivibile di podisti provenienti da tutta Italia e dal mondo. Dagli altoparlanti la voce dello speaker eccita ancor di più gli animi dei partecipanti. La XVI Edizione della 100 Km. del Passatore Campionato Nazionale FIDAl sta per avere inizio! Un appuntamento che si rinnova ogni anno e…Sono circa tremila gli incoscienti, matti, eroi oppure atleti qual si vogliano chiamare questi appassionati che si cimentano in una così lunga ed impegnativa gara di “Gran fondo”. Ore 15.00: lo sparo! Un boato di sollievo si alza in cielo, finalmente è arrivato il momento di scaricare tutta la tensione accumulata nell’estenuante attesa. Ci riversiamo per le vie di Firenze con gran disordine e confusione...nessuno ci può più fermare! Ai lati del percorso due ali di folla cominciano a salutare con un coro d'applausi il nostro passaggio. Il percorso suddiviso in otto tappe (con punzonatura ad ogni passaggio sul pettorale di gara) attraversa: Borgo San Lorenzo(Km. 35), Razzuolo (Km.45), Passo della Colla di Casaglia (Km.50), Marradi (Km.70), San Casciano (Km.75), Fognano (Km.85), Brisighella (Km.90) ed infine Faenza (Km. 101,500). Questa corsa ricalca bene la favola della lepre e della tartaruga…Passo dopo passo, ogni atleta deve trovare il suo giusto ritmo, nella corsa che gli permetterà di raggiungere il traguardo. Le gambe impazienti vorrebbero già…Macinare chilometri e chilometri sull'asfalto arroventato dal caldo, ma è meglio assestarsi su di un ritmo più tranquillo, la strada da percorrere è tanta. Su per la salita di Fiesole, per alcuni chilometri mi metto in coda ad un gruppetto di tapascioni vestiti di strano modo tanto da sembrare degli escursionisti (forse sono convinti di essere in una marcialonga estiva, mentre ci fanno compagnia alcuni temerari in mountain Bike. Sono le 18,30, quando arrivo a Borgo San Lorenzo. Poco dopo, prima di iniziare la salita impegnativa del Passo della Colla (913 Mt. s.l.m.), sono richiamato dalle urla di mia moglie che dal bordo della strada m’invita a cambiare la maglia sudata ed infilarmi la calzamaglia. La rassicuro sulle mie condizioni, riconsidero un nuovo punto d'incontro con lei e riprendo la corsa. Dopo alcuni chilometri, decido di camminare fino in cima al Passo della Colla mangiando qualcosa di sostanzioso, offerto da uno dei tanti ristori disseminati lungo il percorso (due banane ed alcune fette biscottate con miele). La salita è lunga e gli ultimi sei chilometri sembrano non finire mai. Un ultimo tornante a sinistra e sono finalmente in cima (ore 21: 40). Trovo ad aspettarmi, mia moglie Sandra che m’incita, ma nello stesso tempo scruta con sospetto il mio volto in cerca di segnali di crisi. Finalmente dopo tanta salita, inizio a correre in discesa e, questo è il momento più bello, perché sento le gambe che hanno di nuovo la forza e la voglia di correre. Intanto mi conforta la scelta di aver indossato la calzamaglia con il sopraggiungere della notte e l’aria è fredda e pungente. Continuo a correre in scioltezza ad un buon ritmo, guidato dai falò e dall’odore delle piadine con salsiccia e del vin brulé dei ristori situati in ogni paese che attraverso, nonostante la tarda sera sono ancora numerose le persone che ti accolgono con un applauso, un saluto, un incoraggiamento. Ti rendi conto allora che i veri protagonisti, siamo noi, i non professionisti, quelli di cui la cronaca non parlerà mai, ma che fanno la storia vera della corsa, senza i quali il Passatore non sarebbe cresciuto tanto da ripresentarsi ogni anno con oltre tremila partecipanti. Intanto, arrivo a Marrani (ore 22.50) mentre il buio ricopre ogni cosa e con la torcia illumino le pietre ai bordi della strada che segnala i chilometri e così pure i cartelli stradali. Non trovo nessuna difficoltà nel continuare a macinare chilometri e chilometri. Ogni paese che attraverso mi rigenero d’adrenalina e allungo il passo verso il prossimo. Ho percorso 85 chilometri, quando attraverso il paese di Fognano, e poco dopo raggiungo la famosa cittadina di Brisighella (90 Km.) sono le ore1h15. Ormai ci sono…La stanchezza è apparentemente vinta o meglio soffocata dal convincimento che il traguardo è ormai vicino! Finalmente, vedo le luci di Faenza ancora un lungo rettilineo poi una svolta a destra ed ecco improvvisamente dal silenzio della notte, sentire in lontananza la voce dello speaker. Poi come un sogno davanti a me si apre Piazza del Popolo...vedo l'arrivo e poco più in là il palco. E' Finita! Al traguardo mi consegnano il cartellino con il tempo ed il piazzamento (106 Ass. e 15°di Cat.). Abbraccio commosso mia moglie per l’appoggio importante fornitomi durante quest’estenuante gara. Sono ormai le due e trenta del mattino di domenica 29 maggio e dal palco, un pensiero mi passa nella mente, mentre guardo l'arrivo di altri Centochilometristi al limite della sopportazione: ognuno di loro avrà una storia da raccontare e forse non tutti raggiungeranno la Piazza del Popolo di Faenza. A distanza di tanti anni da quella impresa, sono ancora del parere che dalla fatica si ricava “Energia” mentre il “Dolore” è l'ordinario compagno di viaggio per un maratoneta. Naturalmente più sei di costituzione robusta ed allenato e più si alza la soglia della sofferenza fisica, ma…Una volta raggiunta, nell’atleta si stabilisce un conflitto fra la testa e le gambe. Le gambe assecondano l’invito della stanchezza e tendono a fermarsi. Riuscire, a quel punto ad imporre alla testa determinazione ed esaltazione, l’atleta supera la sofferenza e n’esce vincente. In conclusione molta volontà ed un temperamento vincente oltre ad una preparazione fisica e psichica, hanno contribuito a farmi concludere quest’indimenticabile Cento Chilometri su strada in10 ore e 21 minuti…considerata una tra le più belle corse al mondo!